LA CITTA' DEI GIGANTI: HONG KONG
- MWB
- 11 nov 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 15 dic 2021
Dopo il primo impatto, che mi ha confuso e sopraffatto, ho realizzato con sorpresa che stavo per scoprire un intricato labirinto di edifici, più simile a un formicaio a cielo aperto, che a una città. Non mi è mai capitato di visitare una metropoli con una divisione in strati così netta. Nel cuore di Hong Kong, dove gli edifici sono piani impilati e ripetuti all'infinito e si ergono come pastelli in un portamatite, la verticalità sproporzionata degli edifici viene attenuata alla sua base, grazie ai diversi livelli del terreno su cui giace la città.
Una delle attrazioni più popolari è la vista dalla cima del Victoria Peak, una delle colline dell'isola di Hong Kong e la più vicina al centro. E' uno spettacolo mozzafiato della baia e del tentativo dell'uomo di conquistare ogni centimetro concesso dal mare. E' decisamente un luogo da foto ricordo, soprattutto in una limpida giornata di sole.

Dopo aver ammirato il panorama, seguendo il percorso circolare sulla sommità del rilievo, si approccia la via del ritorno con la malinconia di chi si rende conto di aver già scartato il regalo migliore.
E invece no! Il vero spettacolo inizia scendendo a piedi dalla vetta, evitando l'affollata e costosa funicolare o il lento autobus. È uno dei modi migliori per apprezzare la stratigrafia del paesaggio, che è un incastro di naturale e artificiale, dove bosco e cemento si compenetrano e diventano un tutt'uno.
Il paesaggio da un lato, i grattacieli dall'altro.

La città non si rivela nè dall'alto, nè dal basso, ma da tutto ciò che sta in mezzo; prospettiva sempre preclusa passeggiando ai suoi piedi o sulla sua sommità.
È come prendere un lento ascensore che porta sempre più in basso, piano dopo piano. È come assistere allo show dei grattacieli che si svelano attraverso la quotidianità dei loro abitanti.
Sedendo al tavolo della cucina del ventesimo piano. Lavandosi i denti nel bagno del decimo. Rilassandosi nella terrazza del quinto. Scendere è un vero viaggio: dai ricchi appartamenti ai negozi di strada.

Hong Kong è una città di contrasti, dove vecchio e nuovo, tradizione e innovazione, spiritualità e divertimento si incontrano e convivono.

La scala umana si perde ovunque: nella ripetizione degli innumerevoli piani accatastati come una costruzione Lego, nei pattern dei prospetti, negli attacchi a terra dei grattacieli e nel loro rapporto con il paesaggio circostante.
La dimensione del costruito è così grande che ogni scorcio diventa spettacolare agli occhi dei visitatori.
Probabilmente meno romantico farci i conti nella vita di tutti i giorni.

È la città con il sistema di scale mobili più lungo al mondo.
Le lunghe scale meccaniche e le gallerie di collegamento sospese tra i grattacieli, sono il tentativo di colmare il divario fra questi giganti di cemento e i loro piccoli abitanti.
A Hong Kong, si passa dai ricchi brunch sul tetto di hotel a cinque stelle vicino all'Avenue of Stars, all'economico e succulento cibo di strada a Kowloon.
Dopo una splendida vista della città al 100° piano, si può gustare il miglior granchio e birra della vita, seduti sui bassi sgabelli di un ristorante di strada vicino al mercato notturno di Temple Street.
Dalle stelle alle stalle? Per niente, piaceranno entrambi, soprattutto per il loro contrasto.
I mercati vendono eleganti orchidee accanto a banchi di mangime per uccelli, dove insetti di ogni genere, ancora vivi, sono pronti per essere venduti in buste trasparenti "mono porzione".
Il più antico tempio taoista della città appare all'angolo della strada, dopo aver salito lunghe scale. Lì, nel Man Mo Temple, l'atmosfera cambia in un batter d'occhio: l'aria diventa fumosa, il profumo pungente inonda gli spazi e le spirali di incenso sospese al soffitto bruciano senza sosta per far avverare le preghiere dei fedeli.
La città non fa pace con le proporzioni nemmeno nei suoi dintorni. Fuori dall'area urbana, a Ngong Ping, nell'isola di Lantau, un enorme Buddha di bronzo si erge a simboleggiare l'armonia tra uomo e natura, in qualche modo...
Per raggiungerlo, un'alta funivia panoramica penzola fra verdi lembi di terra e offre una diapositiva dell'uomo e della natura, di come la loro armonia sia ancora lontana dal realizzarsi.
La città dei giganti è la sua ridondanza di cemento, il suo eccesso di altezza e la difficoltà di assecondare la scala umana.
Manca continuamente un riferimento per collegare gli oggetti costruiti e la dimensione degli individui che li abitano. Ma è proprio questa mancanza che attrae, forse perché è una sfida a capire questa enorme città e la sua tremenda bellezza.
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