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L'INGEGNERE DELLO YOGA

Lo yoga non è entrato nella mia vita in maniera sensazionale con un guru indiano dalla lunga barba bianca seduto a gambe incrociate in un ashram sperduto.

Lo yoga e MWB si sono conosciuti grazie ad un ingegnere.

Biomedico. Già.

Inusuale per gli amanti delle storie spettacolari, molto interessante invece, per una mente occidentale disincantata come la mia.

Ci misi del tempo per considerare lo yoga come un'attività in qualche modo utile e per partecipare alla mia prima lezione e ci vollero due anni in India per farmici appassionare.

Lo yoga era li, da qualche parte nel mio cervello, in attesa di essere scoperto.

Questo ingegnere fu la prima persona che, diversi anni fa, me lo fece conoscere. Si chiama Alessia Baretta ed è così eclettica che ammette di avere due "coinquilini" nel suo cervello: l'ingegnere e lo yogi.

L'ingegnere organizza la mia vita , lo yogi mostra all'ingegnere le cose da una prospettiva diversa, prevenendo i burnout.

Si definisce "ricercatrice" e come tale il suo metodo è analitico e sperimentale. Mi piace questo approccio perché si basa su fatti e non su miti e leggende.

Il tuo corpo può muoversi in molti modi diversi, lo yoga non è l'unica cosa giusta da fare, è un'opzione.

Tratta una disciplina millenaria in modo rigorosamente scientifico, considerando la spiritualità come un "modo profondamente intimo per trovare il proprio posto nel mondo".


Questo si che è pane per i miei denti!

Un paio di anni fa ha fondato Somatic Competence yoga, "il primo approccio trauma-informed in Italia, che tiene conto della complessità e del delicato rapporto corpo-mente e mira a stimolare nel praticante un atteggiamento esplorativo del proprio corpo".

Partecipando alle sue lezioni, anche quelle online, ho avuto la sensazione che qualcuno si stesse prendendo cura della mia salute mentale e fisica. Non ero però di fronte a un dottore che mi stava analizzando, la sua voce guidava la pratica in maniera delicata, quasi smaterializzando la sua persona.

"Credo che si debba iniziare a pensare che il trauma si nasconde in forme diverse in ognuno di noi. Formiamo gli insegnanti a riconoscere il disagio nei loro studenti e li guidiamo a costruire uno spazio sicuro, uno spazio riconosciuto come sicuro dal sistema nervoso autonomo ".


E' un ingegnere dopotutto!


Poiché Somatic Competence Yoga non è uno stile di yoga ma un vero e proprio approccio, è stato utilizzato per molti altri progetti collaterali alla pratica dello yoga (come un programma per le donne sulla zona pelvica) e presto verrà pubblicato un libro, scritto in collaborazione con Mark Morbe, psicologo e co-fondatore di Somatic Competence Yoga. Questa sarà una grande opportunità per leggere e capire di più sull'approccio trauma informed e soprattutto su se stessi.


Per quanto mi riguarda sento che il mio viaggio alla scoperta dello yoga sarà ancora lungo, interessantissimo e ricco di sorprese, ma questo è stato l'inizio e come ogni storia che si rispetti andava raccontato!


Segui Alessia e il suo progetto nei social media, non si sa mai cosa sia in grado di tirare fuori dal suo cilindro!









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