CATTURARE L'EFFIMERO
- MWB
- 28 dic 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 15 dic 2021
Ti ricordi quando la fotocamera usa e getta aveva solo 12 click? Allora non si sarebbe "sprecata" una foto per provare a fare un primo piano del proprio piatto a tavola. Qualsiasi errore era una fotografia persa, nessuna seconda possibilità. Come i principianti, anche i fotografi professionisti erano limitati dalla lunghezza del rullino.
Negli ultimi decenni lo scenario è completamente cambiato: anche nelle fotocamere più economiche, centinaia di foto possono essere memorizzate in una scheda SD che consente un numero enorme di scatti. Questa facilità di utlizzo dei dispositivi, ha creato una grande quantità di dati, oltre ad aver reso la fotografia un campo accessibile ad un pubblico molto ampio. Una professione che era già molto difficile da monetizzare sembra entrare in un tunnel senza uscita. Non è proprio così, dice Paolo Giocoso:
"Immagini scattate con un cellulare funzionano sui social, ma non possono essere utilizzate per scopi professionali. Il professionista ha bisogno della foto giusta al momento giusto "
Paolo è un fotografo di viaggio, lo conobbi a Palermo, la sua città natale. Tempo fa iniziammo una chiacchierata molto interessante su viaggi e fotografia. MWB scrive di avventure di viaggio e le foto sono più della metà delle storie condivise in ogni articolo. Penso che l'approccio istintivo che Paolo ha nei confronti del suo lavoro, la fotografia, possa essere molto stimolante per un fotografo inesperto come me:
"Lo scopo è descrivere un'esperienza, non solo vendere belle immagini. È un atto spontaneo che deve tradurre e imprimere sulla pellicola il racconto di un luogo"
La sua inclinazione per l'avventura e l'istinto all'improvvisazione, dichiarano anche il suo approccio al viaggio: "Mi sento più un viaggiatore che colleziona pezzi di mondo piuttosto che un turista con una macchina fotografica in mano".
Il fotografo di viaggio professionista, un lavoro da sogno per molti, non si basa però solo sull'improvvisazione. Di solito, la rivista di riferimento del fotografo entra in contatto con un tour operator o l'ente del turismo di uno stato e sigla un accordo commerciale. Partendo da una bozza di programma in collaborazione con un giornalista, il viaggio ha inizio.
Secondo Paolo, solo se aperti a vivere a trecentosessanta gradi un luogo, si possono portare a casa i servizi migliori. La voglia di scoprire è il punto di partenza, saper accogliere le differenze e stabilire punti di connessione è la strada da percorrere:
"Bisogna mettere il cuore nella foto e il modo migliore per farlo è entrare in empatia con le persone che si incontrano"
"Il plusvalore è essere permeabili alle emozioni, costruire interazioni, essere curiosi delle tradizioni locali, in una parola: assorbire più VITA possibile"
L'abilità tecnica è data per scontata, ma è difficile da mettere in pratica. È studio, esperienza, tentativi ed errori. Per un fotografo di viaggio, la parte difficile è ottenere quello che si vuole al momento e nel posto giusto. Non ci sarà una seconda opportunità di fotografare quel luogo, che magari si trova esattamente dall'altra parte del globo.
Ho avuto la sensazione che fosse molto simile alla fotocamera usa e getta da 12 click: trovare il soggetto - pianificare attentamente - scattare. La lunghezza del rullino non è più un vincolo, ma il tempo e il luogo lo sono per i professionisti come Paolo. E' necessario essere un tutt'uno con ciò che si sta fotografando per catturarne l'essenza.
"La capacità di prevedere la foto in arrivo e di saperla aspettare fa la differenza"
In un battito di ciglia questo lavoro coglie pezzi di vita che possono durare per sempre.
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