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SETA

Nel diciannovesimo secolo, quando il Giappone era una nazione tutt'altro che aperta nei confronti dell'occidente, un mercante francese era solito attraversare il globo per comprare (e poi rubare) bachi da seta per rifornire i tessitori della sua città. I lunghi viaggi del protagonista, Hervé Joncour, sono magistralmente descritti da Baricco, l'autore, utilizzando ripetizioni cantilenanti che raccontano le enormi distanze percorse a cadenza annuale durante i lunghissimi viaggi dall'Europa al Giappone. Per Joncour l'esperienza del "sol levante" diventa un'ossessione quando si innamora della concubina di uno dei baroni giapponesi da cui acquista i bachi. Quell'amore impossibile gli tormenta l'anima in maniera composta e consapevole:

"È uno strano dolore morire di nostalgia per una cosa che non vivrai mai"

Prima di conoscere quella terra proibita, dove lo straniero era bandito e odiato, Joncour era uno di quegli uomini che vedono scorrere la loro esistenza senza alcuna ambizione di viverla appieno. Ad un certo punto la vita reale e quella segreta si sovrappongono inevitabilmente. Ma niente può cambiare il corso del destino:

“Forse è che la vita, alle volte, ti gira in un modo che non c'é proprio più niente da dire"

La sua accettazione e persistenza nel "lasciar scorrere" è disarmante.

"Il resto del suo tempo lo consumava in una liturgia di abitudini che riuscivano a difenderlo dall'infelicità"

Verrebbe voglia di entrare nella storia e parlare, agire, gridare per lui, ma le pagine si esauriscono senza nemmeno rendersene conto.

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